Negli ultimi tempi si sta assistendo al progressivo incremento di energie rinnovabili. Tra queste c’è il fotovoltaico che ormai, da anni, continua a registrare un trend più che positivo. Basti pensare che nel 2021 il solare ha coperto il 22% dell’energia elettrica prodotta da FER, secondo solo all’idroelettrico che si è attestato al 39% (dati GSE). Con la rapida diffusione di installazioni fotovoltaiche, dunque, è sorto il problema del loro trattamento a fine vita. Cosa fare quando un impianto smette di funzionare o viene dismesso? Quali sono gli obblighi normativi che il proprietario o il produttore dei moduli devono rispettare? La gestione dei RAEE fotovoltaici si rivela un argomento spinoso e poco chiaro, ma fondamentale da conoscere per tutti gli operatori del settore.

Gestione RAEE fotovoltaici: il contesto normativo

Dal 12 aprile 2014 i moduli fotovoltaici giunti a fine vita sono classificati come RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), rientrando nella categoria R4. In quanto tali, e ai sensi del Decreto RAEE, i costi per il loro ritiro, trasporto e trattamento sono a carico del produttore che li ha immessi sul mercato, tenuto a versare per ciascun modulo la quota di contributo ambientale a un Sistema Collettivo riconosciuto dal MITE che ne garantisca l’avvio a riciclo. Per gli impianti entrati in funzione prima di tale data, invece, la spesa per le attività di gestione a fine vita ricadono sul proprietario dei moduli fotovoltaici dismessi.

Per gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio fino al 30/06/2012 e incentivati in I, II, III e parte del IV Conto Energia, non era prevista alcuna copertura finanziaria per l’avvio a riciclo dei moduli dismessi. Per quelli avviati dopo la suddetta data, e incentivati in IV e V Conto Energia, il GSE aveva disposto per il produttore il versamento di una garanzia finanziaria irrisoria (almeno 1€ per un modulo del peso di 20 kg), dunque insufficiente per sostenere i costi reali di riciclo dei RAEE.

Lo Stato ha cercato quindi di risolvere la questione introducendo il meccanismo della trattenuta dalle tariffe incentivanti: il GSE “congela” dall’incentivo erogato al Soggetto Responsabile una cauzione per ogni modulo incentivato, da restituire una volta accertato il corretto riciclo. Per le installazioni professionali, di potenza uguale o superiore ai 10 kW, viene trattenuto un importo di 10 euro a modulo a partire dall’undicesimo anno di vita dell’impianto; per quelle domestiche (e cioè con potenza inferiore ai 10 kW) la quota è la medesima, e viene congelata in un’unica soluzione a partire dall’undicesimo anno di erogazione dell’incentivo.

Tale meccanismo, tuttavia, non viene considerato né sufficiente né garante a scongiurare le attività illecite di gestione rifiuti da parte di operatori poco professionali. Ecco perché, con l’introduzione del d.lgs. 118/2020, è stata proposta una soluzione alternativa ai Soggetti Responsabili, che dà la possibilità di versare la garanzia finanziaria direttamente nel trust di un Sistema Collettivo riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Si tratta di un fondo vincolato in cui accantonare, per ogni modulo incentivato, i 10 euro necessari alla gestione del loro fine vita.  Le modalità di adempimento a un Sistema Collettivo sono regolamentate dalle Istruzioni Operative del GSE che, emanate nella prima versione a dicembre 2015, sono state aggiornate a luglio 2022.

Le novità delle Istruzioni Operative del GSE

Quali sono le principali novità introdotte dalle ultime Istruzioni Operative del GSE in merito alla gestione dei RAEE fotovoltaici? Vediamole.

  • Garanzia finanziaria unificata

La quota di garanzia finanziaria a copertura dei costi di gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati, sia essa trattenuta dal GSE che versata in un trust di un Sistema Collettivo, è stata unificata a 10 euro/modulo, sia per installazioni domestiche che per quelle professionali.

  • Nuove tempistiche di adesione al Sistema Collettivo

Nel caso in cui il Soggetto Responsabile di un impianto scelga di prestare la garanzia finanziaria nel trust di un Sistema Collettivo, ha tempo entro la fine del 2022.

  • Inclusione IV e V Conto Energia

Il meccanismo della trattenuta del GSE, o il versamento della garanzia finanziaria nel trust di un Sistema Collettivo, deve essere applicato a tutti gli impianti fotovoltaici incentivati, inclusi quelli in IV e V Conto Energia.

GSE o Sistema Collettivo?

Stabilendo l’equivalenza tra l’importo di garanzia finanziaria trattenuto dal GSE e la quota versata nel trust di un Sistema Collettivo, potrebbe risultare poco chiaro quale delle due opzioni sia effettivamente più vantaggiosa. Occorre specificare che il Soggetto Responsabile di un impianto, nel caso in cui scegliesse di farsi trattenere la garanzia finanziaria dal GSE, dovrà poi provvedere in totale autonomia al trattamento dei RAEE fotovoltaici, rispondendone economicamente e legalmente. Inoltre, le quote congelate gli verranno restituite al termine del periodo di incentivazione dell’impianto, e solo nel caso in cui tutta la documentazione fornita al Gestore sia corretta. Accantonando la garanzia finanziaria in un trust, invece, sarà direttamente il Sistema Collettivo prescelto a occuparsi del fine vita dei moduli, garantendone un avvio a riciclo sostenibile, rispettoso nelle normative vigenti e con costi certi.

È il caso, ad esempio, di Eco-PV, uno dei primi Sistemi Collettivi ad essere riconosciuto idoneo alla gestione dei RAEE fotovoltaici. “Garantendo il fine vita dei moduli fotovoltaici nel nostro trust – spiega il direttore tecnico Luigi Zen  il Soggetto Responsabile non dovrà pensare a nulla. Dovrà semplicemente contattare Eco-PV quando vorrà dismettere i moduli fotovoltaici garantiti”. Sarà direttamente il Consorzio, infatti, a occuparsi del ritiro, trasporto e trattamento dei RAEE, attività per le quali non dovrà essere versato alcun importo aggiuntivo dal Soggetto Responsabile. Quest’ultimo, inoltre, riceverà un certificato di manleva dalle responsabilità relative alle attività di gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici: Eco-PV è il primo e per ora l’unico Sistema Collettivo a rilasciare tale documento.

Con noi – aggiunge Zen – il Soggetto Responsabile evita una doppia spesa: quella derivante dalle trattenute del GSE, rimborsata al termine della vita utile dell’impianto, e quella necessaria per il ritiro, trasporto e trattamento dei RAEE fotovoltaici, attività che, nel caso di mancata adesione a un Sitrema Collettivo, dovranno essere seguite da operatori terzi”.

I dubbi dei Soggetti Responsabili

Il tema della gestione dei RAEE è di primaria importanza per il Ministero e per il GSE. Lo evidenziano le continue revisioni di normative e regolamenti nell’arco degli anni, che spesso però finiscono per creare ancora più confusione negli operatori del settore. In particolare, si evidenziano due importanti criticità in materia. La prima, è legata a una disinformazione diffusa tra i Soggetti Responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati, spesso ignari degli obblighi normativi e ai sensi ai quali sono tenuti a rispondere per la gestione a fine vita di moduli fotovoltaici. L’altra, riguarda la sensazione che la scelta di aderire al trust possa infastidire o danneggiare il GSE. In realtà è proprio il Gestore a farsi promotore dei vantaggi offerti dal d.lgs. 118/2020.

La garanzia finanziaria immobilizzata nel trust – conclude Zen – costituisce una maggiore sicurezza per lo Stato sulla gestione certa e a norma di legge dei RAEE fotovoltaici incentivati e quindi, sulla salvaguardia dell’ambiente”. 

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Gestione RAEE fotovoltaici: serve un iter più snello

La vita media di un impianto fotovoltaico si attesta tra i 20 e i 25 anni. Considerando che il Primo Conto Energia ha avuto luogo nel 2005, molte installazioni presenti sul nostro territorio stanno raggiungendo il fine vita o la fine del periodo di incentivazione. Secondo Davide Valenzano, Responsabile degli Affari Regolatori del GSE, la disciplina dei RAEE incentivati in Conto Energia impatta su oltre 84 milioni di moduli, installati su 550.000 impianti. Numeri importanti, che sottolineano la necessità di rendere l’iter operativo e burocratico legato alla gestione dei rifiuti fotovoltaici più semplice, chiaro, snello e fruibile.

 

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